Monica Biscuso, la nostra responsabile didattica, nella Live nella Vocessenza Community (Facebook) ha invitato Elisa Forasiepi (una nostra Tutor), Rachele Balestra, Elisa Nardi e Zuzana Tlachova a parlare di Voce e di Respiro in occasione della Giornata Mondiale della Voce.
Condividiamo in questo Blog l’esercizio collettivo che Monica ha proposto durante l’incontro.
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Monica: “Oggi è la giornata mondiale della voce, ed la voce è importante per “essere”. Oggi vorremmo portarvi in dono una piccola sessione di lezione live in cui vi sveleremo alcuni segreti del Percorso Vocessenza.
L’allieva che oggi è con noi è Elisa Nardi, allieva Vocessenza da circa un anno.
Elisa: “Ho sempre avuto un rapporto particolare con la mia voce… Con Vocessenza ho trovato una coerenza con ciò che sono e nel rapporto con la mia voce. Prima di Vocessenza sentivo sempre dolori mentre cantavo, dolori dovuti a una tecnica poco compresa.. Vocessenza ha messo chiarezza nel mio modo di cantare e ora non faccio più fatica!”
M. Qual’è stato il tuo sentire rispetto all’essenza di percorso auto-pedagogico?
E. Mi è piaciuta l’idea di poter trovare una strada che mi permettesse di affinare la tecnica in autonomia. La coerenza di cui parlavo prima riguarda la possibilità di riscoprire ciò che sono dentro.
M. Lo scopo del metodo, è quello di riscoprirsi. Per riscoprirsi è necessario riconnettersi e per fare ciò è necessario partire dal respiro.
FACCIAMO QUINDI UN ESERCIZIO.
Cominciamo ascoltando il nostro respiro.
Con cosa stiamo respirando? Dove fa a finire il nostro inspiro?
Cerchiamo di portarlo sempre di più verso il nostro addome.
Concentriamoci sull’ombelico.
Presto il respiro si calmerà e potremo focalizzarci sulla sensazione di dilatazione che avviene durante l’inspirazione.
Che sensazione percepisci?
In che modo senti il tuo corpo reagire?
Ecco da qui comincia il respiro del mare.
Ispiro.
Espiro.
Il ciclo è continuo, senza sosta, il moto armonico dell’alternarsi di inspiro ed espiro, senza brusche battute di arresto.
Inspiro.
Espiro. A bocca aperta. Cerco di percepire il calore che sta all’interno della bocca, ma che non esce, vibra solo dentro di noi.
Rimaniamo concentrati sulla sensazione percepita.
Trasformiamo ora il respiro e cominciamo a lavorare sulla “M” di mamma. Cercate il centro del suono. L’armonia.
Immaginatevi, come per il respiro, che la “M” non abbia fine. Immaginatevi un’onda perpetua che si abbatte sulla risacca e torna indietro e poi ricomincia.
Passiamo a un nuovo esercizio. L’esercizio del BUBBLE. (BRR). Focalizziamoci sul rumore e che movimento compiono le labbra. Concentriamoci sul respiro, torniamo a porre attenzione sul respiro. Cerchiamo di avere un’espulsione dell’aria costante senza sbuffi o cali di fiato.
Provate con una canzona che amate. Ricordatevi che lo scopo rimane quello di riconnettersi a sé.
Provate a immaginarvi l’appoggio come un omino, che ha bisogno di una seda per appoggiarsi e resistere a lungo. Solo con il sostegno posso cantare.
Ricordatevi sempre che il fulcro è il respiro. Lasciate perdere le note.
Per percepire l’appoggio, provate a trattenere il respiro e focalizzatevi su ciò che succede dentro di voi.
Cosa sentite?
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